CFP Sciascia: Le pouvoir de la narration, Toulon 9-10 décembre 2021

Leonardo Sciascia: il potere della (contro)narrazione, la (contro)narrazione del Potere

(Convegno e tavola rotonda, Laboratoire Babel, Università di Tolone, Campus di La Garde, 9-10 dicembre 2021)

Presentazione della tematica del convegno e della tavola rotonda

Leonardo Sciascia (1921 – 1989) è, tra i maggiori intellettuali italiani del XX secolo, uno dei più tradotti, letti e studiati in Francia come in molti altri paesi del mondo. Docente, poeta, giornalista, scrittore, saggista, drammaturgo, critico d’arte e uomo politico, ha segnato, con i suoi scritti illumi- nanti e destabilizzanti, la vita intellettuale, sociale e politica dell’Italia contemporanea. Particolarmente ricca, complessa e diversificata, la sua opera – composta da poesie, testi narrativi, inchieste giornalistiche, saggi sulla letteratura e sulle arti, e attività politiche – può essere approccia- ta, globalmente, alla luce di un filo conduttore che, a nostro modo di vedere, ne costituisce la trama e l’intento fondamentale: analizzare in profondità la realtà per contribuire alla conoscenza della ve- rità e al risveglio delle coscienze.

Sia negli scritti letterari che in quelli saggistici e giornalistici, come per esempio – volendo citare solo i più rappresentativi – Favole della dittatura (1950), La Sicilia, il suo cuore (1952), Le parroc- chie di Regalpetra (1956), Gli zii di Sicilia (1958), Il giorno della civetta (1961), A ciascuno il suo (1966), La corda pazza (1970), Il contesto (1971), Todo modo (1974), La scomparsa di Majorana (1975), Candido (1977), L’affaire Moro (1978), Nero su nero (1979), I professionisti dell’antimafia (1987) e Fatti diversi di storia letteraria e civile (1989), le analisi di Sciascia, riguardanti alcuni fatti, contesti e personaggi – per così dire – oscuri e problematici della Sicilia e dell’Italia di ieri e di oggi, si fanno spesso descrizione e denuncia, sia polemica che critica, ma sempre lucida, dei mec- canismi e piani di una “macchina del Potere” oppressiva e mistificante, che si dispiega in numerosi ambiti della società, influenzandola a più livelli e in vari modi, tanto nell’ambiente familiare e ma- fioso, nel mondo politico, giuridico e religioso, quanto nell’universo letterario, artistico e culturale, più in generale.

Nelle sue opere, tuttavia, l’autore siciliano, attraverso storie sconvolgenti ed emblematiche, una prosa asciutta e icastica, un linguaggio preciso ed evocativo, uno stile provocatorio e anticonformi- sta, ci mostra anche il potere liberatorio e conoscitivo della narrazione, in virtù del quale egli esplo- ra, sotto la duttile forma dell’inchiesta investigativa, e talvolta in chiave metaforica o parodica, il rapporto ambiguo e ingannevole dell’uomo con la società e con se stesso, al fine di rivelarlo in una luce più consapevole e veritiera.

Forte di questa visione e mosso da questo intento, è essenzialmente nel segno di un incisivo impe- gno civico, teso a suscitare un cambiamento più responsabile nel modo di pensare e di agire del- l’uomo nella società, che l’insegnante diventa scrittore, il giornalista si trasforma in polemista, il saggista indossa le vesti dell’uomo politico.

A partire dai temi e dagli approcci appena menzionati, intendiamo pertanto realizzare uno studio ampio e pluridisciplinare del profilo intellettuale e politico di Sciascia, poiché siamo convinti che, solo avvalendoci dei vari contributi provenienti dai diversi campi di ricerca – che vanno dalla lette-

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ratura alle arti, dalla linguistica al giornalismo, dalla pedagogia al diritto, dalla storia alla politologia –, è possibile individuare i significati ancora inediti di un’opera che continua a dialogare con noi e a offrirci chiavi di lettura utili a capire meglio il presente tramite il passato.

Approfondimento della tematica scelta

In particolare, ci proponiamo di condurre questo studio seguendo tre assi tematici, i quali, beninte- so, fungono solo da quadro di riferimento in grado di indicare un orientamento generale agli inter- venti che saranno presentati dai differenti specialisti secondo i loro propri interessi disciplinari e metodi di ricerca. Questi tre assi, che devono essere considerati non come parti distinte e separate, ma piuttosto in un reciproco rapporto dialettico finalizzato a un’interpretazione complessiva e, per quanto possibile, esauriente dell’opera di Sciascia, si articoleranno intorno ai tre aspetti per mezzo dei quali vogliamo indagarla: 1) le forme; 2) i contenuti; 3) i contesti.

Circa l’asse 1, si tratterà di occuparsi specialmente di questioni relative alle forme utilizzate nei suoi scritti, quali: la poesia dall’impostazione lirica e narrativa in La Sicilia, il suo cuore; il romanzo-in- chiesta ne Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, 1912+1, Porte aperte, Il cavaliere e la morte, Una storia semplice; il romanzo storico ne Il consiglio d’Egitto e La strega e il capitano; il roman- zo-saggio ne Il contesto, Todo modo, Candido; il saggio-romanzo in Morte dell’inquisitore, La scomparsa di Majorana, I pugnalatori; il racconto, tra cui la favola, la novella, il racconto-inchiesta e il racconto storico, in Favole della dittatura, Gli zii di Sicilia, Atti relativi alla morte di Raymond Roussel, Il mare colore del vino, La sentenza memorabile, Il fuoco nel mare; la raccolta di cronache, saggi e annotazioni sotto forma di storie in Le parrocchie di Regalpetra, La corda pazza, Nero su nero, Occhio di capra, Cronachette; il saggio storico e letterario, il pamphlet e l’articolo di giornale dal taglio narrativo in Pirandello e la Sicilia, L’affaire Moro, Dalle parti degli infedeli, Fatti diversi di storia letteraria e civile, A futura memoria; e infine il testo di teatro e d’intervista dall’andamento spesso narrativo, come in Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A.D. o La Sicilia come metafora.

Ciò perché crediamo che la forma-racconto, in generale, e, più in particolare, la sequenza narrativa sottendano il processo di composizione e scrittura della maggior parte delle opere di Sciascia. Esse ne costituiscono – per così dire – l’unità di base strutturale e tematica significante, di cui l’autore si serve per sviluppare una trama politica, un’indagine poliziesca, un’investigazione conoscitiva, una ricostruzione di fatti, tutte volte a far luce su qualcosa di sconosciuto, ambiguo, falso o torbido. In questo modo, però, egli cerca anche di stabilire un dialogo serrato e ravvicinato con il lettore, affin- ché questi si senta maggiormente coinvolto nella storia che legge e possa farsi un’idea, la più preci- sa possibile, sul corretto svolgimento dei fatti raccontati, sull’effettivo ruolo assunto da questo o quel personaggio e sulla conseguente verità che può e deve trarne, verità che si manifesta come l’esito inevitabile della ricostruzione delle cause – fatta a partire dai loro effetti – a cui è chiamato a partecipare. In tal senso, il modello di riferimento e il termine di paragone, da cui non si può pre- scindere per una simile disamina, non può che essere la Storia della colonna infame (1840) di Ales- sandro Manzoni, che – per ammissione dello stesso Sciascia – è stato il punto di partenza, formale e tematico, più importante della sua produzione narrativa.

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Questo primo asse sarà inoltre il luogo ideale per interrogarsi sulle questioni attinenti allo stile e alla lingua adoperati dallo scrittore siciliano: più specificamente, i registri e le varietà linguistiche, i ge- neri del discorso e i dispositivi retorici, quali, per esempio, l’italiano ricercato, il siciliano popolare, la prosa letteraria, la parodia, il pastiche, la satira, la sotie, l’allegoria, l’ironia, l’intertestualità o il citazionismo, come, tra gli altri, Ricciarda Ricorda ha mostrato persuasivamente nel suo studio inti- tolato Sciascia ovvero la retorica della citazione (1977).

Per quanto riguarda l’asse 2, esaminando più precisamente i numerosi contenuti delle opere di Scia- scia, si tratterà di porre l’accento su significati e approcci ancora inediti, i quali potranno contribuire a gettare nuova luce sui grandi temi che hanno forgiato la sua visione del mondo e ispirato la sua pratica di scrittura, come la verità, la giustizia, il potere, il diritto, la libertà, la coscienza individua- le, la morale, la fede o l’impegno. Per far ciò, ci proponiamo di esplorare ulteriormente i legami personali e testuali che si possono stabilire tra Sciascia e la Sicilia, l’Italia, l’Europa, la società civi- le, la politica, la storia, la religione o il fenomeno della mafia. A questo proposito, siamo infatti convinti che un tale esame riguardante questi temi e legami permetterà di spiegare, in maniera più specifica, il ruolo che, per l’autore di Racalmuto, devono svolgere le istituzioni e gli individui, al fine non solo di giungere a una più corretta comprensione della realtà e di se stessi, ma anche di ge- nerare una maggiore consapevolezza dell’impegno responsabile e civile di tutti in una società pro- priamente democratica, libera e giusta, il che costituisce il fine ultimo della sua azione intellettuale e politica.

Per illustrare questo nostro proposito, intendiamo dunque approfondire, da una tale prospettiva, lo studio di quegli autori, che hanno influenzato, con i loro scritti e in vario modo, il pensiero e l’opera di Sciascia e che, secondo criteri prettamente didattici – in quanto adattati ai fini di questa presenta- zione e perciò non scientifici stricto sensu –, distinguiamo, nella seguente lista non esaustiva, in “siciliani”, come Verga, De Roberto, Pirandello, Borgese, Savinio e Brancati, in “italiani continen- tali”, come Dante, Ariosto, Manzoni, Belli, Leopardi e Montale, e in “stranieri”, come Montaigne, Pascal, Voltaire, Diderot, Montesquieu, Courier, Stendhal, Chesterton, Borges e Simenon; l’inten- zione all’origine di tale distinzione essendo esclusivamente quella di chiarire meglio, in quest’otti- ca, gli apporti specifici di questo o quell’autore, come pure la rete di relazioni tematiche e formali intrattenute, in chiave dialogica e intertestuale, tra i loro scritti e quelli di Sciascia.

Sempre con l’obiettivo di illustrare il nostro proposito, vogliamo soffermarci anche sui numerosi altri campi di interesse verso i quali si è indirizzata l’attività di Sciascia, oltre alla letteratura, alla storia, alla politica o al giornalismo, quali il folklore, l’arte, il cinema, la fotografia, il teatro, la ra- dio e la televisione, con lo scopo di mettere in evidenza non solo i molteplici e variegati contributi che egli vi ha fornito, ma anche le rappresentazioni e le interpretazioni che altri autori hanno offerto delle sue opere e dei suoi temi in questi ambiti. In tal senso, facciamo riferimento soprattutto al cinema, e segnatamente ai due film omonimi (1967-1976) di Elio Petri e a quelli (1991-2001) di Emidio Greco, o a Cadaveri eccellenti (1976) di Francesco Rosi, tratti rispettivamente da A ciascu- no il suo e Todo modo, per quanto riguarda il primo regista, da Una storia semplice e Il consiglio d’Egitto, per quanto riguarda il secondo, e da Il contesto, per quanto riguarda il terzo. Ma ci rife- riamo ugualmente all’interesse di Sciascia per la fotografia, esemplificato dai suoi testi di commen- to agli scatti, tra gli altri, dei fotografi Ferdinando Scianna e Lisetta Carmi; ai suoi studi sul folklore

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e sulle tradizioni popolari in Sicilia, come testimonia il libro Feste religiose in Sicilia; ai suoi testi teatrali a sfondo storico, politico e sociale, come L’onorevole e I mafiosi; alla sua passione per le arti figurative, come dimostrano la sua stima per il pittore e amico, Renato Guttuso, e i suoi scritti da critico d’arte presenti in diversi libri; il suo rapporto con la televisione, da un lato in quanto sce- neggiatore di film su soggetti originali altrui, dall’altro in quanto autore di opere adattate per la te- levisione, come i film Western di cose nostre (1982) di Pino Passalacqua e Gioco di società (1989) di Nanni Loy, tratti dagli omonimi racconti della raccolta Il mare colore del vino; e infine alla sua collaborazione per programmi radiofonici, come Le interviste impossibili, relativamente alla stesura del testo di una di queste interviste, rimasto d’altronde inedito fino al 1998.

L’asse 3, invece, verterà principalmente su alcuni eventi, personaggi e momenti chiave della storia siciliana e italiana, moderna e contemporanea, che sono stati spesso (ri)scoperti, (ri)letti e (ri)esa- minati negli scritti di Sciascia. Che si tratti di Diego La Matina, un religioso considerato eretico, vittima dell’Inquisizione; di Ettore Majorana, la cui scomparsa si rivelò presto un enigma da risol- vere; dei “Pugnalatori”, tredici individui, sconosciuti tra loro, autori di crimini commessi contempo- raneamente e senza alcun apparente motivo giustificabile; di Francesco Paolo Di Blasi, un avvoca- to, simpatizzante della rivoluzione francese, postosi a capo di una congiura repubblicana; di Aldo Moro, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse nell’indifferenza e nell’immobilismo dello Stato; di An- gelo Ficarra, vescovo di Patti, rimosso dalla sua sede episcopale per sospetto di eterodossia; o di Caterina Medici, condannata al rogo per stregoneria; e ancora, che si tratti dell’Inquisizione, della Rivoluzione e del Risorgimento in Sicilia, dell’Italia appena unificata, dello Stato monarchico e fa- scista, della Resistenza, della Repubblica, della mafia e del sistema di potere che lega istituzioni statali democratiche, organizzazioni criminali e autorità locali; ebbene, tutti questi eventi, personag- gi e momenti storici sono rappresentati e (re)interpretati da Sciascia alla luce di documenti ufficiali, storie personali, fatti e retroscena poco o mal conosciuti, i quali, descritti e spiegati da un’angola- zione più precisa e veritiera, ci permettono di conoscere di più e meglio i vari aspetti specifici della Storia, con la S maiuscola, che essi richiamano. Infatti, attraverso romanzi storici, racconti-inchieste e saggi romanzati come, tra gli altri, Il consiglio d’Egitto, Morte dell’inquisitore, La scomparsa di Majorana, I Pugnalatori, L’affaire Moro, Dalle parti degli infedeli e La strega e il capitano, l’auto- re di Racalmuto affronta alcuni dei problemi e dei mali, che hanno segnato profondamente la cultu- ra, la società e la politica siciliana di ieri e che, ancora oggi, caratterizzano la cultura, la società e la politica italiana nel loro complesso.

A tal proposito, è altresì importante notare che, nelle ricostruzioni storiche che fa, Sciascia parte spesso da un episodio o da un personaggio secondario (un fatto di cronaca o una “microstoria”) per trattare alcuni temi principali riguardanti quei momenti ed eventi importanti del passato che, a suo modo di vedere, continuano ad avere un rapporto stretto e significativo con il presente. Per mezzo delle descrizioni analitiche e delle rappresentazioni narrative che propone, mostrando come e per- ché gli eventi presi in esame si sono svolti proprio in questa o quella maniera, lo scrittore siciliano finisce così per spiegare meglio mentalità e comportamenti che sono ancora molto radicati e attivi in certi ambienti e luoghi dove si esercita il potere politico, sociale, culturale, mafioso o familiare. Per questo motivo, tutti questi scritti, e quindi non solo quelli più strettamente romanzeschi, riesco- no a ricostruire e illustrare, in modo assai illuminante, i contesti storici evocati, dipingendoli, cioè,

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come affreschi – dai soggetti e dai toni, certo, a volte piuttosto oscuri e drammatici, ma ben realisti- ci – di un determinato periodo della storia di una o più città siciliane, di tutta la Sicilia, dell’Italia intera, o di un periodo e di un paese, di proposito non esplicitamente definiti.
In quest’ottica, sarà inoltre nostra intenzione ripercorrere alcuni aspetti della biografia intellettuale e politica di Sciascia, al fine di tracciarne un quadro, il più possibile completo e dettagliato, in grado di far luce, appunto, sui diversi contesti geografici, storici, sociali e culturali, i quali, tramite le figu- re, le istituzioni e i fatti che più li hanno caratterizzati, hanno contribuito a determinare e orientare le scelte e le svolte che hanno segnato la sua carriera di uomo di lettere e di uomo politico.

Ciò che emerge, insomma, dalla nostra interpretazione dei suoi testi nel loro insieme è l’idea secon- do la quale, attraverso tali forme, contenuti e contesti che la narrazione gli permette così di indaga- re, Sciascia propone, per dirla con Massimo Onofri (1994), una “controstoria letteraria e civile” scritta per il suo lettore. Costui, addentrandosi nella lettura di quest’opera, è condotto, seguendo le tracce testuali lasciate intenzionalmente dall’autore, a intraprendere un percorso di conoscenza e di liberazione, che potrebbe permettergli di imparare a riconoscere meglio i meccanismi e le finalità di un sistema di potere che, a vari livelli dell’apparato statale e sociale, condiziona, spesso negativa- mente, la vita dell’uomo nelle sue molteplici e differenti dimensioni, inerenti alla sua sfera sia indi- viduale che collettiva, ostacolando il pieno esercizio della sua libera coscienza e delle sue responsa- bilità civili. Ma come rendersi conto di ciò e agire di conseguenza? Con quali mezzi riuscirci? A costo di quali sforzi e con quali risultati? A queste e ad altre domande cercheremo di rispondere mediante le relazioni e i dibattiti che animeranno gli incontri che avremo il piacere di organizzare.

Organizzazione del convegno e della tavola rotonda

Per concretizzare il nostro progetto di contribuire, in occasione anche del centenario della sua nasci- ta, all’approfondimento e alla diffusione della conoscenza del profilo intellettuale e politico di Leo- nardo Sciascia, abbiamo deciso di organizzare, per il 9 e 10 dicembre 2021, due incontri di natura accademica e pubblica, che rientrano nell’ambito delle attività di ricerca del Laboratoire Babel del- l’Università di Tolone. Questi incontri consisteranno, più precisamente, in un convegno, centrato soprattutto sullo studio del pensiero e dell’opera di Sciascia, e in una tavola rotonda, dedicata prin- cipalmente alla discussione riguardo alla sua eredità storica e politica.

Queste due iniziative si terranno nelle aule della Facoltà di Lettres, Langues et Sciences Humaines dell’Università di Tolone, sita nel campus di La Garde. Tuttavia, tenendo conto dell’evoluzione del- la crisi sanitaria che la maggior parte dei paesi del mondo sta vivendo, come pure delle limitazioni di viaggio e dei vincoli logistici che essa impone, siamo disposti, naturalmente, a fare in modo che questa manifestazione si possa svolgere eventualmente in modalità telematica, attraverso la piatta- forma Zoom e altri strumenti di comunicazione digitale.

Le comunicazioni da presentare durante il convegno e la tavola rotonda dovranno riguardare uno dei tre assi tematici descritti sopra.
Gli abstracts potranno essere scritti in italiano o in francese (max. 5000 caratteri, spazi inclusi) e dovranno essere accompagnati da una nota bio-bibliografica (max. 1000 caratteri, spazi inclusi). Essi dovranno essere inviati entro il 15 ottobre 2021, tramite e-mail, ai seguenti indirizzi:

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giuseppe.lovito@univ-tln.fr e simone.visciola@univ-tln.fr. Il comitato fornirà una risposta entro la fine di ottobre 2021.
È prevista la pubblicazione degli atti per il 2022.

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