Giocarsi l’identità: sport e culture, il locale e il globale

Call for papers/Convocatoria
n.14-11/2015
Giocarsi l’identità: sport
e culture, il locale e il globale
a cura di Paolo Caponi e Nicoletta Vallorani
La considerazione attuale dell’agonismo sportivo a livello professionistico presenta
alcune ambiguità in termini di appartenenza. Da una parte, gli sport sono sempre più
globalizzati; dall’altra, l’atto di competere vestendo i colori del proprio paese implica
una responsabilità esplicita da parte degli atleti professionisti, che gareggiano per la
loro nazione e tuttavia “parlano” una lingua comune, compresa da tutti a prescindere
dal loro luogo di origine. Come sostengono Andrei S. Markovits & Lars Rensmann nel
loro Gaming the World (2010), la globalizzazione e le spinte localistiche sono influssi
contrastanti capaci di rimodellare le implicazioni culturali e artistiche dello sport a
livello internazionale.
Il crescente coinvolgimento delle strategie di mercato nella pratica sportiva
introduce un ulteriore elemento di complessità, trasformando gli atleti professionisti
in icone ambigue che, se da una parte dimostrano il potenziale dello sport come
strumento di emancipazione e di superamento della marginalità etnica o persino delle
disabilità, dall’altra suggeriscono che diventare celebrità sportive implica dei rischi. E
l’uomo o la donna dietro l’immagine pubblica possono essere estremamente
complessi e articolati (Muhammed Ali, Oskar Pistorius, Roberto Durán, Mike Tyson, tra i
casi più noti).
Problematiche di genere emergono anche in seguito alla scelta di alcuni
professionisti di rivelare la loro omosessualità, obbligando per conseguenza i loro fan
a rivederne l’immagine acquisita (come nel caso di Martina Navratilova). In alcuni casi,
la riflessione sulle implicazioni dell’essere gay negli sport professionistici si è
sviluppata a partire dalla storia personale di alcuni atleti, che si sono trovati improvvisamente ad affrontare l’inevitabile censura sociale e culturale connessa alla
dichiarazione di essere sieropositivi (ed è questo il caso di Greg Louganis e Magic
Johnson).
Questo numero esamina la molteplicità di connessioni tra sport e identità, sia nei
termini del processo individuale di identificazione di sé, sia come tappa del percorso
che conduce un atleta professionista a trasformarsi in una icona nazionale.
Sollecitiamo proposte (in inglese, italiano, francese o spagnolo) incentrate sulla
rappresentazione dello sport come tema problematico, criticamente connesso a una
tradizione antica e spesso molto “locale”, ma anche proiettato verso un futuro
globalizzato capace di generare un’interpretazione molto più ambigua dei temi e delle
icone tipiche di questo ambito.
Temi possibili sono:
– Lo sport e la sua rappresentazione;
– Sport e mercato;
– Sport come arte;
– Sport e globalizzazione;
– Sport e politica: tra impegno per il futuro e preservazione dello status quo;
– Donne e sport;
– Sport e genere;
– Icone sportive e cultura: ambiguità possibili;
– Fitness ante litteram;
– Sviluppi diacronici negli sport professionistici;
– Spazi interstiziali: sport e narrazioni sportive.
Naturalmente, altre proposte di studio del tema offerte da quanti intendano
collaborare al volume verranno seriamente vagliate dal Comitato Scientifico, al fine di
ampliare con percorsi il più articolati ed inediti possibili l’esplorazione intrapresa in
questo numero della Rivista.
A tal fine, la Redazione propone il seguente calendario di scadenze, cui passo
previo ed essenziale è l’invio, all’indirizzo amonline@unimi.it, di un abstract corredato
da una breve bibliografia, di min. 10/max. 20 linee, e di un conciso curriculum vitae del
proponente, entro il 15 febbraio 2015 (termine improrogabilmente ultimo).
La Redazione confermerà agli autori l’accoglienza dei contributi entro
il 27 febbraio 2015.
La consegna del contributo è fissata al 15 giugno 2015.
Il numero sarà pubblicato entro la fine del mese di novembre 2015.
Saranno altresì gradite recensioni o interviste ad autori o studiosi del tema
secondo le indicazioni di contenuto indicate. Al fine di poter rendere anche
metodologicamente omogeneo il volume e di confrontarsi con gli obiettivi degli editors, essi si mettono a piena disposizione degli autori per un colloquio e conversazione attraverso la Segreteria di Redazione (amonline@unimi.it).